Situato a 176 mtr di altitudine
Attestato come Capriana nell’anno 973, appare come
possedimento terriero.
Il territorio di Capriata d’Orba, è situato nella valle dell’Orba ad
oriente del corso del torrente omonimo nel cuneo tra l'affluenza del
Torrente Lemme nell'Orba.
Abitanti: capriatesi.
Scorcio di Capriata dal Castelvecchio
Feudo dei Marchesi del Bosco nel Medioevo, nel XIII secolo fu saccheggiato
e messo a fuoco due volte dagli Alessandrini: nel 1227 gli abitanti
stessi, per accordo tra le parti in lotta, dovettero abbattere il
castello. Passò poi alla Repubblica di Genova che nel 1272 fortificò
l'abitato e fece costruire un altro castello di nuovo distrutto nel 1419.
Fu successivamente feudo del Duca Mondragone di Napoli.
Nel cuore di Capriata, nello sfondo la Chiesa dell'Annunziata Le prime notizie storiche di sicura datazione che
riguardano l’insediamento risalgono al 973 d.C., anno d’appartenenza di
una pergamena in cui Lamberto, figlio del Marchese Ildebrando, vendeva al
sacerdote Roprando 45 corti , tra cui quelle di Gavi, di Rovereto, di
Parodi e di Capriata. La corte di Capriata è citata in questo documento
come parte integrante del suo Castello, che possiamo identificare
nell’odierna zona di Castelvecchio. La Torre e il muraglione semiciclopico
che si erge ai suoi piedi sono quanto resta di questa fortificazione.
Il ritrovamento nell’abitato di monete romane e la scoperta di tombe
dell’era pagana, dimostrano comunque l’origine ben più antica di Capriata.
Nel 1143, dopo una breve sottomissione ai marchesi di Bosco, Capriata
diventa un comune indipendente. Nello stesso anno stipula un patto con il
comune di Gamondio (ora Castellazzo), nei confronti del quale accampa dei
diritti inimicandosi in questo modo la rivale Alessandria, che si arrende
e le riconosce questi diritti solo nel 1183.
L’indipendenza di Capriata finisce nel 1218 quando i consoli donano al
comune di Genova il castello e il paese. Da adesso in poi gli Alessandrini
cominciano ad attaccare il paese, fino al terribile eccidio del 1228, in
cui gran parte del territorio viene incendiato (anche il Castello di
Castelvecchio viene demolito) e gli abitanti trucidati (in pochi si
salvano rifugiandosi a Gavi).
Nel 1230 Capriata riesce finalmente a scacciare gli Alessandrini, ma
immediatamente viene riconquistata dai Genovesi; risale a questo periodo
(1248) la costruzione del Castello di Castelnuovo, delle mura di cinta
(1272), di cui ancora oggi sono visibili i bastioni, e delle relative
porte d’accesso al paese (Porta della Valle, a nord, Porta di Genova, a
sud, Porta Leona, ad est).
Il dominio genovese dura sino al 1317, anno in cui Capriata viene
risottomessa ad Alessandria, che si alterna così a Genova (padrona di
nuovo nel 1412) come possidente del paese.
Il periodo che va dal XV al XVII secolo vede Capriata coinvolta
passivamente in un vortice di vicende storiche che alternano sul sito i
Marchesi del Monferrato (1418 e 1548), i Visconti (1418), Il Papa Martino
V (1421), i Duchi di Mantova (1545), i Francesi (1644) e gli Spagnoli
(che, insieme agli Alessandrini, la devastano nel 1648, distruggendo anche
il Castello di Castelnuovo).
Nel 1708 Capriata è unita al Regno Sabaudo, continuando comunque ad
appartenere all’Arcidiocesi Genovese. Nel 1799 viene occupata dal francese
Joubert, che morirà poi sul campo nella sanguinosa battaglia di Novi
contro gli austro-russi.
Trascorsi i rivolgimenti del primo impero napoleonico, nel 1815, ritorna
agli Stati Sardi. Dal 1815 al 1860 Capriata appartiene al circondario di
Novi Ligure e alla provincia e corte di appello di Genova; nel 1860 viene
aggregata, insieme al suo circondario, alla provincia di Alessandria e
alla corte d’appello di Casale Monferrato. In questi anni vengono
abbattute le tre porte d’accesso alla città, così come era già avvenuto
precedentemente per diversi tratti delle mura e per i due castelli, al
fine di recuperare materiale da costruzione per le civili abitazioni.
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Arrivando da Novi L.-Predosa, a sinistra si sale a centro di
Capriata, dritti si prosegue per Silvano-Ovada
Torre campanaria e Chiesa Parrocchiale di San Pietro
Torione del Castelvecchio XII sec.
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