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San Cristoforo |
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Adagiato
sull'altopiano che sovrasta il Lemme |
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SAN CRISTOFORO
C.A.P.: 15060 - Prefisso teleselettivo: 0143 Altitudine: m 301 s.l.m. -
Abitanti 680 (che raddoppiano in estate)
Municipio: tel. 682120
Distanza da Gavi: 5 minuti circa di automobile |
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Uscendo da Gavi verso lo sbocco nella bassa val d'Orba, la
Vallemme riserva ancora
graditissime sorprese. Sulla sinistra, in testa a una collina
originalissima per la sua forma piatta e allungata, tutta coltivata a
vigneti, si scorge S. Cristoforo, antichissimo
borgo medioevale. |
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Il paese è tutto
raggruppato attorno al castello, dominato da una splendida torre col
camminamento di ronda e un muro di recinzione dei fossato costruito con
pietre recuperate da monumenti dell'epoca romana. |
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La chiesa,
incorporata nelle mura del castello, è stata più volte ampliata e
ricostruita: l'attuale risale al primo settecento ed è pregevolissima per
l'eleganza dei fregi e degli stucchi recentemente restaurati, vero trionfo
del migliore barocchetto genovese. |
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Un tempo S.
Cristoforo era unito alla Pieve di S. Maria in val Lemme; poi quando in
Gavi sorse S. Giacomo e si costituì in parrocchia, le due località si
spartirono i santi: San Cristoforo, che proteggeva i traghetti tra le due
rive del Lemme, a quelli del borgo sulla collina; S. Giacomo, patrono dei
viandanti e dei pellegrini, ai gaviesi. |
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Paese ricco di
memorie e di storia, deturpato purtroppo da architetture fintorustiche che
ne hanno alterato il mirabile equilibrio, S. Cristoforo è un paese tutto
speciale. Dal 1812 la parrocchia appartiene alla Curia di Acqui, per la
quale optarono gli Spinola, allora padroni del castello i quali si
riservarono anche il singolare privilegio di nomina e revoca del parroco,
diritto che viene tuttora esercitato dai proprietari del castello. Dalla
collina di S. Cristoforo si può osservare l'ampio e verdissimo panorama
della bassa vai Lemme, da Gavi a Basaluzzo. La valle, subito dopo i
meandri attorno alla Pieve, si allarga. Sulla destra la collina è ancora
coltivata a vigneti, specialmente nella ridente zona attorno a Rovereto.
Ma frequenti e pittoresche sono anche le macchie, formate da querce,
acacie e altre caducifoglie. Tra il verde si nascondono ancora ville e
case nobiliari di campagna, tra cui la settecentesca Giustiniana, isolata
sull'altura, in una scenografica cornice, tra scale a doppia rampa e
filari di pioppi. A Bisio, dove la Val Lemme comincia a trasformarsi in
pianura, si incontra sulla destra la casa-fattoria del principe Guasco,
famiglia che un tempo ebbe gran prestigio nel gaviese e che conserva in S.
Giacomo un sarcofago quattrocentesco di mirabile fattura. |
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Oltre,
s'incontrano Francavilla e poi Basaluzzo. Ma qui la val Lemme perde il suo
carattere appenninico e muore dolcemente nella val d'Orba, in mezzo a
pioppeti, campi di girasole e gran turco. |
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Trascritto da "La Valle
del Lemme" di G.Meriana e C.Manzitti SAGEP EDITRICE (GE) |
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