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Gavi DOCG


Uva & Vitigno



Storia di Gavi

&
 Foto d'epoca




Foto di Gavi
Oggi


 
Il Piemonte, di cui fa parte l'Alto Monferrato, che include la Vallemme, nella quale é situata Gavi; qui grazie alla conformazione e al clima, matura l'uva Cortese, che dopo un laborioso e amorevole operato, si trasforma in quel pregiato nettare dal nome della sua origine: il  " GAVI "

GAVI  D.O.C.G. Click on the flags!       
 

                                   



 
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Il sito non vuole dare giudizi o enfatizzare questa o quella etichetta, bensì dare supporto a chi produce e vuole promuovere il proprio prodotto e a chiunque sia interessato a conoscere il vino bianco Gavi, la città  di Gavi e i suoi dintorni; a scoprire gli altri vini, perlopiù rossi, di queste colline. Inoltre, si spera di dare risonanza anche alle altre numerose attrattive ed attività che riguardano questa laboriosa terra.
Questo sito vuole dunque essere un supporto alla terra del buon vino, della buona cucina, del buon umore, del buon acquisto...Gavi dista solo 8 Km dall'Outlet di Serravalle Scrivia... e molto altro!

Gavi, che fino a pochi decenni fa si chiamava Gavi Ligure, è posta in una bellissima zona collinare a ridosso del torrente Lemme, Gavi per la sua posizione centrale e strategica per secoli fu al centro dell'unica via che da Genova raggiungeva il nord Italia ed è sempre stata considerata la capitale della valle.
Si accede a Gavi da Alessandria attraversando Novi Ligure e percorrendo la splendida Via Gavi (detta, strada della Lomellina) , immersa nei vigneti del famoso vino, da Serravalle Scrivia, da Arquata Scrivia, da Genova oltre che con l'autostrada Genova-Milano  ( uscita ai caselli di Vignole Borbera o Serravalle Scrivia) si ci arriva anche attraverso l'antico passo della Bocchetta via Voltaggio e Carrosio. E' inoltre facilmente raggiungibile da Ovada e relativo passo del Turchino che la collega a Genova di Ponente via Castelletto D'Orba-San Cristoforo.


***  Gavi, non solo Cortese  ***

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Benvenuti a Gavi! Situata a un'altitudine di 233 metri si estende in un territorio di 5.090 ettari, ed è grazie al terreno particolarmente fertile, al clima ideale e soprattutto alla tenacia dell'uomo, che la vite, da queste parti, premia le fatiche con raccolti di uve pregiate che, attraverso una sapiente vinificazione, producono questo vino rinomato anche in campo internazionale. La leggenda narra che una principessa di nome Gavia, figlia di Clodomiro re dei Franchi, sposatasi contro il volere della corte, giunse a Gavi per sfuggire alle truppe del re. Qui gli sposi vi trovarono acque, boschi e pace, tanto da decidere di fermarsi.
La leggenda vuole che fossero scoperti e che i due, con il permesso del Papa, poterono stabilirsi ugualmente a Gavi e la regina dei Goti, Amalasunta, assegnò loro il potere sul territorio.
La principessa era bella e Cortese; da  qui il nome del vitigno che da origine al Gavi. Molteplici e interessanti sono le manifestazioni che si svolgono su tutto il territorio gaviese; tali proposte hanno il duplice obiettivo di conservare e far conoscere ai turisti quello che è la cultura,  la tradizione, la enogastronomia del territorio gaviese.

     

Gavi ha origini molto antiche; ritrovamenti fanno supporre l'esistenza della stazione neolitica di Cavatium da cui il latino Gavium. Le cronache citano l'esistenza di un "castello" sulla vetta del Monte Moro: in esso, la leggenda vuole che trovasse rifugio dai suoi persecutori la principessa Gavia. Caduto l'impero romano, Gavi rimase d'ambito bizantino, poi franco. Il ritrovamento di resti di armi arabe documenta la presenza dei Saraceni (X secolo): da allora la parte est del monte è denominata appunto Monte Moro. Notizie storiche certe sul Castello di Gavi si hanno nel 973. In quel periodo Gavi apparteneva alla famiglia degli Obertenghi. Da questi discese il ramo marchionale che dal XII secolo assunse il titolo "di Gavi". Primo marchese di Gavi fu Guido, insediatosi in loco intorno al 1065, il quale verso il 1116 cedette il marchesato al figlio Alberto. Durante il lunghissimo dominio di Alberto (60 anni), Gavi, contornata da potenze in netto sviluppo quali il vasto comune di Tortona, il Marchesato Aleramico e Genova, e in posizione commercialmentestrategica, vide svilupparsi la sua potenza e diventare pedina ambitissima.Gavi si trovò spesso al centro di dispute e di alleanze, godendo di un periodo sereno solo durante il dominio dell'imperatore di Svevia Federico 1, noto come Barbarossa, legato da amicizia ai marchesi di Gavi ed in possesso di una torre sul Castello in cui soggiornò più volte. Alla morte del Barbarossa (1190) le sorti del marchesato di Cavi andarono sempre più declinando fino a quando il 16 settembre 1202 con atto ufficiale, passarono ai Genovesi il borgo, il castello e la curia, composta da Tassarolo, Pasturana, Montaldo (Rigoroso), Amelio, Croce e Gottorba, e tutto il loro territorio oltre Scrivia.

     

Il Forte fu strettamente collegato alle vicende della Repubblica di Genova. Nel decennio 1348-1358 Gavi ed il suo Castello sono sotto il dominio della nobile famiglia dei Visconti. Nel 1359 Gavi ritorna in possesso della Repubblica di Genova seguendone le vicissitudini, fino a quando, tra alterne vicende, ritorna ai Visconti. La seconda signoria dei Visconti ha inizio nel 1418, poi il castello viene ceduto ai Fregoso e, nel 1468, alla famiglia dei Guasco di Alessandria. Nel 1528 Gavi e il suo Forte ritornano sotto il dominio della Repubblica di Genova. Si apre finalmente un lungo periodo di pace. Nel 1625, Gavi ed il suo Castello furono interessati dalla guerra tra Genova ed i Franco-Piemontesi.
Quando, nell'assedio del 1625, l'esercito francese e savoiardo impiegò per la prima volta l'artiglieria si comprese che la struttura del Forte non era più adeguata. 1 rettori della Repubblica di Genova si convinsero della necessità di irrobustire il castello e per far questo fu incaricato uno dei più grandi esperti di costruzioni militari, il Fiorenzuola. I lavori iniziarono nel 1626 e durarono 4 anni trasformando il castello nell'attuale possente fortezza. La Fortezza poteva ospitare una guarnigione che poteva raggiungere i 1000 uomini. Successivamente tra fine '600 e inizio '700 fu realizzata la fortificazione del Monte Moro.In tale occasione sostò a Gavi il elebre Cartesio. Verso la metà del '700 la fortezza di Gavi fu per un greve periodo sotto il dominio austriaco "b, durante il periodo napoleonico fu teatro di battaglia tra le truppe francesi e quelle austriache. Infine In seguito al trattato stipulato tra Francia, Austria ed Inghilterra, nel 1814, la repubblica di Genova fu soppressa ed il suo territorio fu trasferito sotto il dominio del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I
Il Portino ( foto sopra a destra ) è l'unica superstite delle quattro porte, di accesso al borgo, di un sistema difensivo basato sulle mura che scendevano dal Forte e che circondavano l'intero abitato di Gavi. fino alla sponda destra del Torrente Lemme. La struttura, di inizio XIII secolo, si presenta oggi come una torre a pianta rettangolare, coperta da un tetto a quattro spioventi; originariamente la torre non aveva tetto ma terminava con una merlatura.
La chiesa madre per Gavi era la Pieve di S..Ilaria sul Lemme, (a sinistra sotto) sita sulla strada per San Cristoforo e da molto tempo abbandonata e sconsacrata. Fu costruita prima del 1000, forse sui resti di un preesistente tempio longobardo-bizantino, su una roccia sporgente sul Lemme, a strapiombo sull'ampia ansa creata dal fiume.

 

Dell'attuale parrocchia, la Chiesa di San Giacomo Maggiore, (foto sotto) il primo documento che ne conferma l'esistenza è del 15 Agosto 1172, anno in cui gli Alessandrini giurano fedeltà e vassallaggio al Marchese di Gavi. La facciata è in purissimo stile romanico, intatta come quando la Chiesa fu eretta, in arenaria locale, nella seconda metà del XII secolo.

    

Il Santuario di N.S. della Guardia
(sotto a sinistra) fu eretto in meno di quattro mesi, nel 1861 grazie al lavoro della popolazione di Gavi e delle popolazioni dei paesi circostanti. Sorge sull'ameno colle dei Turchini, in vista di Gavi, ed è un magnifico tempio a croce greca, di forme svelte ed eleganti. Ha il pavimento in marmo pregiato rosso di Levanto; vi sono tre altari: uno dedicato al Sacro Cuore di  Gesù, il secondo allo Sposalizio di Maria Vergine e il maggiore, sormontato da splendida nicchia, accoglie la statua in legno della Celeste Guardiana.
Il Santuario di N.S. Delle Grazie, (sotto a destra) convento francescano meta per secoli di pellegrinaggi, si presenta oggi, nell'assommarsi di strutture cinque, sei, settecentesche, su quello che fu il quattrocentesco nucleo originale. All'origine dell'attuale complesso edificio vi era un'edicola, attorno alla quale, in seguito al passaggio di San Bernardino da Siena in pellegrinaggio apostolico, fu costruito, intorno al 1450, l'oratorio di San Bernardino, nome che si aggiunse a quello più antico di Santa Maria delle Grazie. Con il tempo sorse un ospizio per i pellegrini che poi diventò convento, nel XVIII secolo si ebbero i lavori di ampliamento e le trasformazioni più imponenti che fecero assumere al Santuario la struttura attuale.
 

                      
                                                                                                                      
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PRINCIPALI VIE DI ACCESSO:
da Torino: A21 - uscita Alessandria Est km 120
                   A21/A26 - uscita Nevi Ligure km 120
da Milano: A7 - uscita Serravalle Scrivia km 100
da Genova: A7 - uscita Vignole Borbera km 50
                     A26 - uscita Ovada km 60
                     strada della Bocchetta km 39 

 
Altre foto inedite e informazioni su www.gavi.info 

 


 
 
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