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Gavi, non solo Cortese
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English Version
Benvenuti a Gavi! Situata a un'altitudine di 233 metri si estende in
un territorio di 5.090 ettari, ed è grazie al terreno particolarmente fertile,
al clima ideale e soprattutto alla tenacia dell'uomo, che la vite, da queste
parti, premia le fatiche con raccolti di uve pregiate che, attraverso una
sapiente vinificazione, producono questo vino rinomato anche in campo
internazionale. La leggenda narra che una principessa di nome Gavia, figlia di
Clodomiro re dei Franchi, sposatasi contro il volere della corte, giunse a Gavi
per sfuggire alle truppe del re. Qui gli sposi vi trovarono acque, boschi e
pace, tanto da decidere di fermarsi.
La leggenda vuole che fossero scoperti e che i due, con il permesso del Papa,
poterono stabilirsi ugualmente a Gavi e la regina dei Goti, Amalasunta, assegnò
loro il potere sul territorio.
La principessa era bella e Cortese; da qui il nome del vitigno che da
origine al Gavi. Molteplici e interessanti sono le manifestazioni che si
svolgono su tutto il territorio gaviese; tali proposte hanno il duplice
obiettivo di conservare e far conoscere ai turisti quello che è la cultura, la
tradizione, la enogastronomia del territorio gaviese.
Gavi ha origini molto antiche;
ritrovamenti fanno supporre l'esistenza della stazione neolitica di Cavatium da
cui il latino Gavium. Le cronache citano l'esistenza di un "castello"
sulla vetta del Monte Moro: in esso, la leggenda vuole che trovasse rifugio
dai suoi persecutori la principessa Gavia. Caduto l'impero romano, Gavi rimase
d'ambito bizantino, poi franco. Il ritrovamento di resti di armi arabe documenta
la presenza dei Saraceni (X secolo): da allora la parte est del monte è
denominata appunto Monte Moro. Notizie storiche certe sul Castello di
Gavi si hanno nel 973. In quel periodo Gavi apparteneva alla famiglia degli
Obertenghi. Da questi discese il ramo marchionale che dal XII secolo assunse il
titolo "di Gavi". Primo marchese di Gavi fu Guido, insediatosi in loco intorno
al 1065, il quale verso il 1116 cedette il marchesato al figlio Alberto. Durante
il lunghissimo dominio di Alberto (60 anni), Gavi, contornata da potenze in
netto sviluppo quali il vasto comune di Tortona, il Marchesato Aleramico e
Genova, e in posizione commercialmentestrategica, vide svilupparsi la sua
potenza e diventare pedina ambitissima.Gavi si trovò spesso al centro di dispute
e di alleanze, godendo di un periodo sereno solo durante il dominio
dell'imperatore di Svevia Federico 1, noto come Barbarossa, legato da amicizia
ai marchesi di Gavi ed in possesso di una torre sul Castello in cui soggiornò
più volte. Alla morte del Barbarossa (1190) le sorti del marchesato di Cavi
andarono sempre più declinando fino a quando il 16 settembre 1202 con atto
ufficiale, passarono ai Genovesi il borgo, il castello e la curia, composta da
Tassarolo, Pasturana, Montaldo (Rigoroso), Amelio, Croce e Gottorba, e tutto il
loro territorio oltre Scrivia.
Il Forte fu strettamente
collegato alle vicende della Repubblica di Genova. Nel decennio 1348-1358 Gavi
ed il suo Castello sono sotto il dominio della nobile famiglia dei Visconti. Nel
1359 Gavi ritorna in possesso della Repubblica di Genova seguendone le
vicissitudini, fino a quando, tra alterne vicende, ritorna ai Visconti. La
seconda signoria dei Visconti ha inizio nel 1418, poi il castello viene ceduto
ai Fregoso e, nel 1468, alla famiglia dei Guasco di Alessandria. Nel 1528 Gavi e
il suo Forte ritornano sotto il dominio della Repubblica di Genova. Si apre
finalmente un lungo periodo di pace. Nel 1625, Gavi ed il suo Castello furono
interessati dalla guerra tra Genova ed i Franco-Piemontesi.
Quando, nell'assedio del 1625, l'esercito francese e savoiardo impiegò per la
prima volta l'artiglieria si comprese che la struttura del Forte non era più
adeguata. 1 rettori della Repubblica di Genova si convinsero della necessità di
irrobustire il castello e per far questo fu incaricato uno dei più grandi
esperti di costruzioni militari, il Fiorenzuola. I lavori iniziarono nel 1626 e
durarono 4 anni trasformando il castello nell'attuale possente fortezza. La
Fortezza poteva ospitare una guarnigione che poteva raggiungere i 1000 uomini.
Successivamente tra fine '600 e inizio '700 fu realizzata la fortificazione del
Monte Moro.In tale occasione sostò a Gavi il elebre Cartesio. Verso la metà del
'700 la fortezza di Gavi fu per un greve periodo sotto il dominio austriaco
"b,
durante il periodo napoleonico fu teatro di battaglia tra le truppe francesi e
quelle austriache. Infine In seguito al trattato stipulato tra Francia, Austria
ed Inghilterra, nel 1814, la repubblica di Genova fu soppressa ed il suo
territorio fu trasferito sotto il dominio del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I
Il Portino ( foto sopra a destra ) è
l'unica superstite delle quattro porte, di accesso al borgo, di un sistema
difensivo basato sulle mura che scendevano dal Forte e che circondavano l'intero
abitato di Gavi. fino alla sponda destra del Torrente Lemme. La struttura, di
inizio XIII secolo, si presenta oggi come una torre a pianta rettangolare,
coperta da un tetto a quattro spioventi; originariamente la torre non aveva
tetto ma terminava con una merlatura.
La chiesa madre per Gavi era la Pieve di S..Ilaria sul Lemme, (a
sinistra sotto) sita sulla strada per San Cristoforo e da molto tempo
abbandonata e sconsacrata. Fu costruita prima del 1000, forse sui resti di un
preesistente tempio longobardo-bizantino, su una roccia sporgente sul Lemme, a
strapiombo sull'ampia ansa creata dal fiume.
Dell'attuale
parrocchia, la
Chiesa di San Giacomo Maggiore, (foto sotto) il primo documento che
ne conferma l'esistenza è del 15 Agosto 1172, anno in cui gli Alessandrini
giurano fedeltà e vassallaggio al Marchese di Gavi. La facciata è in purissimo
stile romanico, intatta come quando la Chiesa fu eretta, in arenaria locale,
nella seconda metà del XII secolo.
Il Santuario di N.S. della Guardia (sotto a sinistra) fu eretto in
meno di quattro mesi, nel 1861 grazie al lavoro della popolazione di Gavi e
delle popolazioni dei paesi circostanti. Sorge sull'ameno colle dei Turchini, in
vista di Gavi, ed è un magnifico tempio a croce greca, di forme svelte ed
eleganti. Ha il pavimento in marmo pregiato rosso di Levanto; vi sono tre
altari: uno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, il secondo allo Sposalizio di
Maria Vergine e il maggiore, sormontato da splendida nicchia, accoglie la statua
in legno della Celeste Guardiana.
Il Santuario di N.S. Delle Grazie, (sotto a destra)
convento francescano meta per secoli di pellegrinaggi, si presenta oggi,
nell'assommarsi di strutture cinque, sei, settecentesche, su quello che fu il
quattrocentesco nucleo originale. All'origine dell'attuale complesso edificio vi
era un'edicola, attorno alla quale, in seguito al passaggio di San Bernardino da
Siena in pellegrinaggio apostolico, fu costruito, intorno al 1450, l'oratorio di
San Bernardino, nome che si aggiunse a quello più antico di Santa Maria delle
Grazie. Con il tempo sorse un ospizio per i pellegrini che poi diventò convento,
nel XVIII secolo si ebbero i lavori di ampliamento e le trasformazioni più
imponenti che fecero assumere al Santuario la struttura attuale.
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Sito dedicato
PRINCIPALI VIE DI ACCESSO:
da Torino: A21 - uscita Alessandria Est km 120
A21/A26 - uscita Nevi Ligure km 120
da Milano: A7 - uscita Serravalle Scrivia km 100
da Genova: A7 - uscita Vignole Borbera km 50
A26 - uscita Ovada km 60
strada della Bocchetta km 39
Altre foto inedite e informazioni su
www.gavi.info
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